Se c’è un luogo deputato allo stupore degli occhi e dell’anima, questo è sicuramente il Parco Reale della Reggia di Caserta. Progettato integralmente dalla geniale mente di Luigi Vanvitelli, di cui la regina Maria Amalia diceva: “Chiedete qualsiasi cosa al Vanvitelli ed egli la farà subito e bene”, l’architetto donò infatti, materia ai sogni dei sovrani borbonici che a Caserta hanno lasciato tracce preziosissime.
Varcare la soglia di ingresso del Parco Reale consente di accomodare anima e corpo in uno dei luoghi più affascinanti e maestosi al mondo.
Inizieremo la visita con le bici e in compagnia della guida abilitata e specializzata sul sito ammirando le geometrie del Giardino all’Italiana e attraverseremo, seduti comodamente sulla nostra bici elettrica e pedalando dolcemente tra prati e aiuole, lo sguardo inevitabilmente è richiamato dalle fontane che disposte in sequenza scenografica sembrano avere urgenza di mostrarsi. Un lunghissimo viale, la cosiddetta Via dell’Acqua fa da palcoscenico ad imponenti vasche decorate con temi ispirati alla mitologia classica, durante le soste alle varie fontane spiegheremo i vari miti connessi ad esse.
La prima è la Fontana dei Delfini, proseguendo si incontra la Fontana di Eolo, la Fontana di Cerere, la Fontana di Venere e Adone e infine, forse la più famosa di tutte, la Fontana di Diana e Atteone che fa da base alla straordinaria cascata che discende dalla collina, la Via dell’Acqua diviene dunque, occasione per rivivere storie d’amore e di potere di antichi miti mentre ci si ritrova immersi in un luogo incantevole.
Ma la nostra passeggiata non è ancora conclusa, a pochi passi dalla monumentale fontana di Diana e Atteone vi è l’entrata che conduce al Giardino Inglese, voluto dalla regina Maria Carolina, la natura qui sembra reclamare il suo dominio, ma quello che appare selvatico fu in realtà frutto della maestria e della coraggiosa progettazione del botanico Graefer.
I viali, numerosissimi, celano l’inaspettato, uno di questi porta al Bagno di Venere, un laghetto abbracciato da un criptoportico che rimanda gli scavi pompeiani ed ercolanesi, ospita la delicata statua di una Venere che si specchia nelle sue acque, improbabile riuscire a descrivere l’atmosfera di questo luogo.
Questi i punti cardini, tuttavia, grazie al nostro mezzo di locomozione, comodo, pratico e rispettoso dell’ambiente, avremo modo di scoprire altri tesori nascosti ai tanti visitatori che si recano alla reggia e ai suoi incantevoli giardini.
Raggiungeremo la Castelluccia, un castello fortificato in miniatura, la Peschiera, bacino artificiale destinato in origine alle simulazioni di battaglie navali e di arrembaggi, nonché spazi in cui è possibile rilassarsi sui prati per concedersi attimi felici lontani dalla quotidianità del mondo esterno, e sicuramente altra indefinibile bellezza.
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